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Juventus, CR7 prove di addio: Storia di un'amore mai decollato

 Rispetto, passione e voglia di vincere . Tre pensieri che accomunavano la Juventus e Cristiano Ronaldo tre anni orsono e che sono stati f...

sabato 11 settembre 2021

Juventus, tanti i problemi da risolvere: Max Allegri riuscirà a rendere competitiva la Vecchia Signora?

 Stagione 2015-16, dopo tre giornate la Juventus ha racimolato un solo punto, sconfitta all'esordio con l'Udinese, stesso risultato nella seconda giornata contro la Roma e il primo punto stagionale arriva contro il Chievo.

Dopo la sosta per le nazionali, arrivò la prima vittoria, con la vittoria sul Genoa, che però non servì a scacciare la crisi, con la Vecchia Signora che dopo dieci giornate si trovava all'undicesimo posto in classifica a undici lunghezze di distanza dalla Roma capolista. I bianconeri da quel momento seppero invertire con grande forza e attenzione la tendenza, mettendo insieme 15 vittorie di fila, con 25 partite vinte su 26 disputate.

Massimiliano Allegri dimostrò ancora una volta la propria predisposizione al lavoro mentale, riuscì a lavorare a stretto contatto con tutto l'ambiente garantendo risultati di squadra e un gioco che seppur non spumeggiante permise di regalare grandi gioie, raggiungendo comodamente lo scudetto con 9 punti di vantaggio sul Napoli e 11 sulla Roma.

Quella falsa partenza è più che mai ricorrente nell'odierna situazione bianconera, remore di un avvio di stagione difficoltoso, con Max Allegri che però è apparso fin troppo tranquillo ai microfoni delle televisioni, essendo convinto che la società di Andrea Agnelli abbia margine per rientrare e competere fino all'ultimo sia in ambito nazionale che internazionale.

La paura viene però fuori rapidamente nelle teste dei tifosi osservando gli episodi che stanno condannando nelle prime giornate la Juventus, che, con Allegri, era sempre riuscita ad adottare la filosofia del "risultatismo" vincendo di misura e concedendo sempre il minimo indispensabile all'avversario.

I gol, gli errori difensivi, la mancata comunicazione tra i reparti, sono sicuramente temi che in queste ore sono pensieri ricorrenti nella testa di Allegri e soci, con la testa già focalizzata all'esordio in Champions League di martedì sera contro il Malmoe, dove non sarà concesso sbagliare.

A queste difficoltà vanno sicuramente aggiunte l'immobilità nel mercato estivo (escludendo Kaio Jorge e Locatelli) e la partenza di CR7, che seppur tra alti e bassi ha regalato alla società piemontese 101 gol in tre annate. Il tempo è dalla parte di Max Allegri, la stagione è ancora lunga e lascia ancora spazio a clamorosi ribaltoni, ma ulteriori passi falsi potrebbero compromettere seriamente le ambizioni di una società che dopo uno degli anni più complicati dell'ultimo decennio è chiamata a reagire per non entrare in un tunnel pericoloso.

juventus allegri


giovedì 26 agosto 2021

Juventus, CR7 prove di addio: Storia di un'amore mai decollato

 Rispetto, passione e voglia di vincere. Tre pensieri che accomunavano la Juventus e Cristiano Ronaldo tre anni orsono e che sono stati fondamentali per garantire il matrimonio. Un rapporto importante, in un momento della carriera del portoghese particolare, che hanno si portato risultati di spessore, ma non riuscendo a centrare l'obiettivo per cui si era deciso di puntare su di lui: la Champions League.

Dopo tre stagioni in bianconero, coronate da 81 gol in 98 presenze, due scudetti, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, il fuoriclasse portoghese sembra non trovarsi più a suo agio a Torino, con un allenatore, Max Allegri, che ha tanta qualità nel reparto offensivo e potrebbe fare a meno della stella nativa di Madeira.

La scorsa annata, Andrea Pirlo in panchina, l'eliminazione prematura dalla Champions e successivamente il mancato scudetto, avevano fatto storcere il naso a CR7, che specialmente nella seconda parte di stagione non era riuscito a essere decisivo come sua abitudine. Il ritorno di Allegri, la volontà della società di ripartire da lui, per arrivare alla tanta agognata conquista della Champions, sembrava aver convinto Ronaldo, che a causa del pesante ingaggio questa estate non era stato quasi mai accostato ad alcuna squadra.

La panchina nella prima di campionato contro l'Udinese ha colto di sorpresa gli appassionati e probabilmente anche Ronaldo, che mai si sarebbe aspettato un esclusione di questo tipo. Nel prepartita ci aveva pensato Pavel Nedved a mettere una pezza, con Cristiano Ronaldo che però sentendosi tradito ha deciso di incaricare il procuratore Jorge Mendes per trovare un'alternativa valida ai bianconeri.

L'agente del portoghese si trova in queste ore a Torino, a stretto contatto con l'organigramma dirigenziale della Juventus, sondando nel frattempo le piste che portano a Manchester City e Psg, con gli inglesi che però appaiono in vantaggio nel possibile ballottaggio. La Vecchia Signora sembrerebbe aperta alla cessione, ma vorrebbe comunque rientrare nella spesa fatta tre anni fa e quindi prendere qualcosa dal cartellino del giocatore, con i Citizens che invece avrebbero chiesto di pagare soltanto l'esoso ingaggio del classe '85.

Il connubio tra la Juventus e Cristiano Ronaldo, che tre anni fa sembrava potesse essere indissolubile, sembra invece destinato a sciogliersi con il portoghese che sogna un ruolo da protagonista in una squadra che possa dargli in tempi brevi la possibilità di competere nuovamente per la Champions League. Il futuro è incerto, il mercato è entrato nel vivo e solo i prossimi giorni potranno fare luce sul pezzo finale della brillante storia che CR7 sta scrivendo da 20 anni a questa parte.

juventus



sabato 21 novembre 2020

Nba: le prospettive di Gallinari agli Hawks

 Arrivata come un fulmine a ciel sereno nella nottata italiana la notizia della firma di Gallinari agli Atlanta Hawks. Il lombardo ha firmato un triennale da 61,5 milioni di dollari.

Le dichiarazioni di Gallinari durante il festival dello sport organizzato dalla Gazzetta avevano fatto sperare ai tifosi che fosse arrivato finalmente il momento di concorrere per qualcosa di grosso. Durante quell'intervista aveva dichiarato di mettere i soldi da parte per provare a vincere.
La notizia della firma con gli Hawks ha dunque spiazzato un po' tutti, la squadra di Atlanta non ha di certo le potenzialità per competere già quest'anno per il titolo, ma ha comunque un roster molto giovane che con l'aggiunta di qualche veterano può provare a stupire già in questa annata.

Gli Atlanta Hawks

La squadra di Atlanta gioca ad est, e in ottica lotta playoff questa è già una bella notizia. Giocatori come Trae Young, Cameron Reddish, De'Andre Hunter, Kevin Huerter e John Collins hanno davanti a loro un futuro roseo e con l'inserimento di qualche veterano possono fare un importante salto di qualità. Non ho citato appositamente nel ragionamento Clint Capela perchè a mio modo di vedere è destinato a partire. 

Atlanta era l'unica squadra che poteva offrire questo tipo di contratto a queste cifre a Gallinari, e una cifra del genere a 32 anni è difficile da rifiutare. Il nativo di Sant'Angelo Lodigiano è l'unico giocatore sopra i 30 anni ad aver ricevuto queste cifre senza aver mai preso parte all'All Star Game.
Nonostante questi soldi messi sul piatto per Gallinari, i falchi hanno ancora soldi da poter spendere. Le voci nelle ultime ore portano a Bogdan Bogdanovic, che potrebbe essere un'altra super presa per continuare questo processo di crescita. 

Atlanta lo scorso anno a causa della pandemia non ha terminato la stagione regolare e ha chiuso con un record di 20-47. Già l'anno scorso per il valore del roster questa classifica era bugiarda, con l'innesto di Gallinari e magari Bogdanovic sono convinto che questa squadra si candiderebbe seriamente a recitare una stagione gagliarda nell'est.

Perchè niente contender per il Gallo

Per gli amanti del basket è stata una sveglia strana stamattina, appena acceso il telefono sicuramente la prima cosa che è arrivata agli occhi è stata la firma di Gallinari con gli Hawks. Come piace fare in Italia, non si è perso un attimo e un sacco di persone si sono riversate sui social per criticare la scelta del Gallo.
Le dichiarazioni di Gallinari erano state altre, voleva andare in una squadra da anello.

Se però scorriamo le varie contender è difficile trovare un posto a delle cifre accettabili per un giocatore da 20 punti a sera in Nba.

  • Nei Bucks nel ruolo del Gallo ci sono Middleton e Antetokoumpo
  • Dallas che poteva probabilmente avere margine non si è mossa 
  • Boston sta provando in tutti i modi a estendere Hayward
  • Miami ha rifirmato Dragic e Leonard e pare intenzionata a confermare Crowder
  • Lakers hanno firmato Harrell, Matthews e devono ancora confermare Anthony Davis
  • Clippers aldilà della point guard sembrano voler rimanere così
In poche parole nessuna squadra che puntava al titolo aveva strettamente necessità di uno come Gallinari, e soprattutto avevano pochissimo spazio salariale.
Il lombardo negli ultimi anni sta dimostrando di valere tanto e anche il numero di problemi fisici è diminuito notevolmente. 
Ha scelto gli Hawks che sono una squadra dal futuro certo, ad un contratto che nessun altro poteva offrirgli.





martedì 17 novembre 2020

La sorpresa del 2020 tennistico: Andrey Rublev

L'anno complicato vissuto da tutto il mondo non può cancellare i grandi progressi messi in mostra da Andrey Rublev

 L'anno 2020 verrà ricordato come uno dei più difficili di sempre. La pandemia di Covid-19 ha messo in ginocchio il mondo intero costringendo anche lo sport a fermarsi. Sono state rinviate le Olimpiadi e gli europei di calcio che erano in programma in estate per dare spazio ai club.

Anche il tennis nonostante sia lo sport in primis che garantisce il distanziamento è stato costretto ad arrendersi ed è ripreso solamente ad agosto. La stagione in pratica è stata spezzata a metà con i pochi tornei prima di marzo e una parte dei restanti che è andata in scena da agosto fino alla scorsa settimana. La modifica del calcolo del ranking, che è stato spalmato su due stagioni ha permesso a diversi giocatori di mantenere una classifica nonostante le sconfitte, mentre ha complicato il cammino per chi dalle retrovie ha provato ad affacciarsi in prima linea.

La mia sorpresa del 2020: Andrey Rublev

Il tennis in generale nonostante questo calendario spezzettato ha avuto modo di dare la possibilità a nuovi volti di farsi notare. Noi italiani abbiamo ancora negli occhi le prestazioni di Musetti contro Wawrinka e Nishikori a Roma, l'ottimo post lockdown di Lorenzo Sonego o il primo titolo ATP di Jannik Sinner a Sofia arrivato la scorsa settimana.
Io personalmente ho ancora negli occhi l'incredibile partita tra Hugo Gaston e Wawrinka al Roland Garros, con entrambi che hanno dato vita a uno spettacolo mozzafiato sullo Chatrier.
Il giocatore che però più mi ha impressionato in questo 2020 è Andrey Rublev.
Il 2020 del classe '97 moscovita è stato ricco di soddisfazioni, ha conquistato i tornei di Doha e Adelaide prima della pausa, e Amburgo, San Pietroburgo e Vienna dopo la ripresa.
Il russo in questa annata ha dunque conquistato 5 titoli, nessuno come lui. Rublev è anche il giocatore con più match vinti in questa stagione (39).
Questi 5 titoli gli sono valsi la prima qualificazione alle Atp Finals che gli daranno la possibilità di migliorare ulteriormente.

Cosa manca a Rublev per diventare un top

Il tennista russo è un giocatore molto propositivo che ama attaccare e fa fatica quando viene messo sotto pressione. La differenza rispetto al Rublev di qualche stagione fa è che la palla torna molto spesso, prima era molto più falloso, adesso gioca con un po' più di intelligenza e aspetta il momento giusto per tirare la sassata. 
Se bisogna però trovare una cosa negativa all'interno di una stagione del genere, le prestazioni negli slam non sono state all'altezza del resto. Il moscovita ha fatto ottavi di finale a Melbourne e quarti di finale a New York e Parigi. In queste tre occasioni ha rispettivamente perso contro Zverev, Medvedev e Tsitsipas, sempre in maniera netta (in 3 set). 
Una spiegazione a queste difficoltà negli slam può essere data dal suo gioco piuttosto dispendioso. Nonostante abbia un buon servizio, non riesce quasi mai a conquistare tanti punti diretti. Il suo gioco faticoso può portare a un calo di energie che si fa sentire nelle fasi finali di uno slam.

2021, l'anno della consacrazione

Dopo una stagione così esaltante Rublev sarà chiamato a confermare tutto quello che di buono si è visto nella stagione che sta terminando. Ha dimostrato di essere un grandissimo tennista, ma per imporsi definitivamente ha bisogno di consacrarsi anche sui palcoscenici più importanti come gli slam.



martedì 25 agosto 2020

Playoff Nba, i Thunder impattano la serie sul 2-2 contro i Rockets

 Chris Paul determinante insieme a Schroeder. Shai Gilgeous Alexander dimostra ancora di valere tanto, per Gallinari partita storta

Dopo gara 2, con due convincenti vittorie dei Rockets nessuno avrebbe pensato che questa serie avrebbe avuto lunga vita. I Thunder apparivano spaesati e impotenti davanti al quintetto piccolo dei Rockets. Dopo due partite di rodaggio la squadra di Donovan ha ripreso fiducia vendendo cara la pelle e portando la serie sul 2-2. Oklahoma dalla sua adesso ha la massima fiducia, mentre Houston ancora sta dimostrando tutti i limiti di un sistema totalmente fragile.

Oklahoma non regala niente

Se c'è una cosa che i Thunder hanno fatto vedere di loro in questa stagione è il non arrendersi mai. Nella partita di ieri sera in uscita dall'intervallo Houston ha messo insieme un filotto di 8 triple a bersaglio consecutive. C'è stato un momento in cui a ogni tripla dei Rockets, Chris Paul rispondeva con il jumper dalla media. A metà terzo quarto la squadra di D'Antoni si è trovato anche sul +15, nonostante ciò Okc è rimasta lì a ribattere colpo su colpo, concludendo il terzo quarto a -2 con la tripla sulla sirena di Schroeder. 
L'ultimo quarto è stato un turbinio di emozioni, con entrambe le squadre che hanno giocato al massimo. I Thunder fino a ieri avevano un record di 30-15 nel clutch time. Hanno rispettato questa statistica e una sanguinosa palla persa da Harden con la rubata di Gallinari ha portato Okc sul +3.
Tucker ha avuto la tripla dall'angolo per pareggiare, ma ha fallito.

La chiave della serie: Lu Dort

La chiave per i Thunder ha un nome e un cognome, si chiama Lu Dort. Sui social in questi giorni si sta scherzando tanto, e Dort è stato meritatamente eletto ministro della difesa. In attacco i Thunder hanno tanto talento offensivo per fare male, e come stiamo notando le tante opzioni si stanno alternando nelle varie gare. La difesa per vincere con una squadra come i Rockets è fondamentale, l'assenza di Westbrook focalizza l'attenzione tutta sul Barba. Dort sta facendo un lavoro egregio ed è il giocatore che a mio modo di vedere più sta mettendo in difficoltà Harden in carriera. 
Questo ragazzo nonostante i limiti offensivi soprattutto nel tiro da tre, in difesa vende cara la pelle, e ieri ha giocato tutto l'intero quarto con cinque falli sulle spalle, senza tirare indietro niente.

Rockets senza Westbrook è dura

Dopo le prime due partite tutti ci saremmo aspettati una passeggiata dei Rockets che avrebbero chiuso al più presto la serie. Adesso con le due vittorie consecutive dei Thunder, l'inerzia è tutta dalla parte dei fulmini, che possono provare ad affondare il colpo decisivo in gara 5. La situazione di Russell Westbrook è incerta, di sicuro se sarà schierato in gara 5 non sarà certamente al meglio. Nel finale della partita, è stato inquadrato che pedalava sulla cyclette, facendo le prime prove per un eventuale impiego nella prossima partita. La situazione è in bilico, la serie come previsto è lottata e tutto può succedere.
Appuntamento nella notte tra mercoledì e giovedì alle 00:30 per una gara 5 che si prospetta rovente.


mercoledì 13 maggio 2020

La Bundesliga ai blocchi di (ri)partenza

Dopo 2 mesi dallo stop totale, salvo nuovi imprevisti, il calcio tornerà.
Il 16 maggio alle ore 15 riparte la Bundesliga, con tanti match in programma e una corsa alle prime posizioni in classifica più avvincente che mai.
La Bundesliga fa da apripista per il mondo del calcio, un ritorno anticipato rispetto alle date che erano state pensate inizialmente, oltre al piacere di tornare a vedere 22 giocatori in campo, si prospetta una lotta serrata con tante squadre in lizza per le posizioni più ambite. Per essere più precisi, ci sono 5 squadre in 8 punti, il Bayern è ovviamente la squadra favorita, oltre ad avere la squadra senza dubbio più forte, ha anche quattro punti di vantaggio sulla seconda in classifica.
Sono tante le squadre che possono ambire a qualcosa in quella che sarà una ripartenza imprevedibile, con degli equilibri che potrebbero essere completamente ribaltati dopo oltre due mesi di stop, perchè una situazione del genere non l'ha vissuta nessuno, per cui cambieranno tante dinamiche, con un probabile livellamento dei valori.
Il calcio torna, anche se ovviamente ci saranno parecchie cose diverse, già solo il fatto di dover giocare le partite a porte chiuse renderà il tutto più malinconico.
In questo momento meglio avere l'antipasto piuttosto che non avere nulla, per avere il pranzo completo purtroppo dovremo aspettare ancora un po' di tempo. Anche gli stessi verdetti che alla fine dell'anno verranno proclamati, saranno segnati pesantemente da questo stop dovuto a questa paurosa pandemia.
La Bundesliga aldilà di questo momento, è un campionato che ho sempre apprezzato, è sempre stata una fucina di talenti molto interessanti, sia dal punto di vista dei giocatori che da quello degli allenatori, che propongono un tipo di calcio innovativo, con sistemi di gioco molto fluidi e modi di gestire le società all'avanguardia (una su tutti la Redbull con il Lipsia).
Questa scelta da parte del governo tedesco conferma come la Germania sia la nazione più organizzata del continente sotto tutti i punti di vista.
Oltre a darci un tangibile, importantissimo segnale di ritorno alla normalità, con questa scelta saranno sotto i riflettori di tutti gli appassionati di calcio che guarderanno con occhi particolari questo particolare ritorno del calcio.

venerdì 24 aprile 2020

Il Real dei Galacticos

Per iniziare il racconto di questa storia dobbiamo tornare indietro di due decenni, nel 2000.
Il cambio di millennio coincise con il Real Madrid proiettato verso una nuova galassia, per mano di un imprenditore facoltoso e visionario: Florentino Perez.
Il Real nel 2000 vince la Champions sconfiggendo agevolmente il Valencia di Cuper per 3-0.
Nonostante ciò il Real vive un cambio dirigenziale, nelle elezioni del 2000 Florentino Perez riesce a battere Lorenzo Sans (che aveva portato due coppe dei campioni ai blancos.)
Prende la guida del Real Madrid con un'idea concreta, quella di iniettare grandi risorse economiche, ma non spenderle in modo classico, piuttosto investire per arrivare ad avere i più grandi campioni del mondo.
Comincia quindi l'era dei Galacticos, con il primo colpo ad effetto: Luis Figo, la stella del Barcellona prelevata per 60 milioni di euro (siamo nel 2000 e la cifra è spropositata).

Portuguese Luis Figo of Real Madrid, gestures duri | Giornalettismo

Florentino nella sua prima stagione ne mette altrettanti per prendere Flavio Conceicao, Pedro Munitis, Solari, il portiere Cesar e Claude Makelelè (che sarà quello meno calcolato, ma che sarà fondamentale per questo periodo di successi).
La prima partita di quella stagione non è un granchè, il Real perde la Supercoppa Europea contro il Galatasaray. Anche il primo classico è un disastro totale, le merengues perdono 2-0, però alla fine il campionato lo vinsero i Galacticos arrivando davanti al Deportivo e Florentino Perez pensa già al mercato successivo.
Passa poco tempo e nell'estate del 2001 piazza un altro grande colpo, per oltre 70 milioni di euro prende Zidane dalla Juventus.
Maglia gara Zidane Real Madrid Ultimo Match, 2006 - CharityStars
Florentino ha all'interno della sua squadra i due giocatori più forti di quel momento.
Alla sua seconda stagione 2001-2002 il Real Madrid va a vincere la Champions League, in una finale ad Hampden Park contro il Bayern Leverkusen che è diventata storia.
Una finale che era diventata complicata:
Il Real segna subito con Raul, il Leverkusen pareggia con Lucio, alla fine quella finale di Champions viene risolta da uno dei gol più belli in una finale di Champions.
La fuga a sinistra di Roberto Carlos, un cross sbilenco, la palla s'impenna e cade sul sinistro di Zidane che con grande coordinazione manda la palla all'incrocio dei pali.
888sport su Twitter: "16 years ago today, Zinedine Zidane scored ...
Quel Real Madrid giocava con Casillas in porta, i due terzini Roberto Carlos e Michel Salgado, Hierro e Ivan Helguera in difesa, in mezzo al campo l'elemento chiave è Makelelè, poi Zidane, Figo, Guti e davanti i due riferimenti sono Raul e Morientes.
Nonostante il Real si affacci all'estate 2002 con il titolo di campione d'europa, Florentino sente di dover piazzare un altro colpo: il Real prende Ronaldo il fenomeno dall'Inter per 45 milioni.
Doppio Ronaldo: il "Fenomeno" torna al Real | Sky Sport
Con tutti questi campioni il Real sembra un All Star Team. L'arrivo del brasiliano sconvolge gli equilibri della squadra, le merengues non riescono a riconfermarsi in Champions, torna però a vincere la Liga, e chiude la stagione con 3 trofei e quindi tutti sono contenti.
Florentino non può esimersi dal fare il suo quarto colpo galattico, nel 2003 la maglia bianca se la mette David Beckham.
Liga - Real Madrid, torna Beckham: sarà ambasciatore nel mondo ...
David Beckham viene preso, e viene messo in mezzo al campo a fare da regista.
Il 2003 è anche l'anno in cui comincia il declino della prima era di Florentino Perez, arriva Beckam, ma lasciano la squadra Del Bosque (l'allenatore), vanno via altri giocatori importanti, va via Morientes, va via Hierro, ma la cessione più sorprendente è quella di Makelelè al Chelsea.
Tolto il tassello francese, il tutto comincia a sgretolarsi: infatti nella stagione 2003-2004 il Real vincerà solo la Supercoppa di Spagna contro il Maiorca, perderà una Liga incredibile perdendo le ultime 5 partite di campionato. Con il Real che in questo arco di tempo passa dal primo al quarto posto. Le due stagioni successive saranno altrettanto avare senza titoli e dunque si arriverà nel 2006 alle dimissioni di Florentino Perez. Il bilancio in quanto a titoli è un tantino scarno, però Florentino nei suoi primi 3 anni di reggenza vince due campionati, 2 supercoppe di Spagna, 2 Champions League, una Supercoppa europea e anche una Coppa intercontinentale.
Questa è un'età centrale per comprendere lo stato attuale del Real Madrid, durante l'era galattica le merengues tornano a essere la prima squadra del mondo dal punto di vista del fatturato e del valore economico.
Se oggi il Real Madrid è da considerare il club numero 1 al mondo sotto tutti i punti di vista il merito va dato all'era dei galacticos nella prima gestione di Florentino Perez, perchè poi è tornato e quello che ha fatto nella sua seconda era con Zidane allenatore, Cristiano Ronaldo, le 3 Champions, tutto quello che è successo nell'ultimo decennio è una storia molto conosciuta e la racconteremo un'altra volta.
Blog: Il Real Madrid dei "Galacticos": l'impero delle merengues ...

mercoledì 8 aprile 2020

Vi consiglio... THE ENGLISH GAME

Momento di fermo totale del mondo dello sport, a questo è dovuto questo lungo silenzio del blog.
Voglio interrompere questa mancanza di post parlandovi di una serie che ho avuto modo di guardare in queste settimane di quarantena. Oggi vi voglio parlare di una serie che potete trovare su Netflix.
Sto parlando di "The English Game", una serie che parla della nascita del calcio in Inghilterra e dei suoi sviluppi.
Il tema principale della serie non è il calcio, o meglio: non è solo il calcio. Per interi episodi, e in totale sono 6, di calcio non si parla nemmeno. Si parla di lotta di classe, dello scontro epocale che c'è stato tra fine '800 e inizio '900 tra ricchi e poveri, e di come quello che tutti consideravano (e considerano ancora oggi) un banale gioco sia in realtà molto di più. Julian Fellowes, la mente dietro a questa miniserie, è stato molto criticato nel Regno Unito.
A me personalmente, inguaribile malato di calcio, The English Game è piaciuto, è stato un ottimo modo per passare qualche ora di questa lunghissima quarantena.
E' riuscita ad emozionarmi perchè ci ha catapultati in un'epoca allo stesso tempo vicina e lontana. E' una storia che per quanto romanzata è basata su fatti realmente accaduti.
Siamo agli albori del calcio, fra il 1879 e il 1883. Un'epoca difficile, tumultosa, sia in campo che fuori. Ed è proprio questo il filo conduttore che ci guida dalla prima all'ultima puntata. Il calcio ieri come oggi è l'espressione della società: da una parte ci sono i ricchi e i nobili che vedono nel pallone un passatempo; dall'altra i proletari, la working class, forza emergente tanto nel rettangolo verde quanto nelle fabbriche. E' la seconda corrente a prendere possesso del gioco, a rimodellarlo e costringendo la Football association, a rivedere i propri regolamenti, e poco dopo la conclusione della serie (ovviamente come arco temporale) ad introdurre il professionismo nel calcio.
Guardare quel tipo di calcio fa sorridere, moduli, tattiche e gesti erano completamente diversi rispetto al calcio moderno.
Fa sorridere pensare al conservatorismo della vecchia scuola: all'epoca la federazione era nelle mani esclusive come l'Old Etonians, che raggruppava ex studenti del prestigiosissimo Eton College.
Dal loro punto di vista, il fatto che lo sport codificato da loro stesse diventando sempre più popolare tra le classi meno abbienti era una minaccia. Ed è proprio questo il motivo per cui la stessa Football Association, si oppose ai club del nord (erano l'espressione del proletariato), una prosecuzione delle lotte sociali, ma erano altresì l'espressione del cambiamento: sia tattico (con l'introduzione della Scozia, ci fu un totale cambiamento del modo d'interpretare il calcio), ed economico (il professionismo).
In questa serie, ad esempio, vengono ripercorse le carriere di Fergus Suter e Jimmy Love. Due pionieri del football, due professionisti ante litteram, visto che vennero pagati sia dal Darwen sia, in seguito, dal Blackburn del signor Cartwright.
Quest'ultimo era il proprietario di un cotonificio e aveva cominciato a sfruttare le potenzialità del calcio. Il signor Cartwright è il primo che riesce a radunare i migliori giocatori del momento, riesce anche a intuire che un modo per fare cassa è vendere i biglietti.
Nell'altra metà campo, per i ricchissimi ex studenti di Eton c'era la prima vera star: Arthur Fitzgerald Kinnaird, rappresentante di una famiglia di banchieri. Diventerà un rivale amico di Suter. Il calcio gli servirà molto nella vita, migliorerà la sua condizione lavorativa e il rapporto con suo pare, ma aprirà anche gli occhi sul paese e sulle terribili sofferenze cui è costretta la working class.
Sarà lui, futuro presidente della FA, a spingere perchè questo sport per gentiluomini diventi veramente equo e universale. Ci riuscirà paradossalmente creando il professionismo.
Da diletto dei ricchi a gioco di tutti: 'The English Game' e la ...

giovedì 12 marzo 2020

Bye Bye Calcio

Ieri abbiamo vissuto una serata di Champions favolosa, purtroppo l'impressione è che sarà l'ultima per un po'. Nonostante una partita fantastica, nonostante i 50.000 di Anfield  per 120 minuti hanno attanagliato il mondo reale, la testa alla fine torna sempre là, torna alla realtà di un mondo sotto assedio e che con ogni probabilità dovrà abbandonare il tanto amato football per qualche tempo.
Io ho sempre detto che l'Atletico Madrid poteva essere l'avversario più ostico per il Liverpool di Jurgen Klopp. Hanno due modi di giocare diametralmente opposti, e Simeone ha sempre dato fastidio alle squadre che vogliono esprimere il bel calcio.
Quando giochi contro i Colchoneros, ti verrebbe voglia di sgozzarli, giocano con due trincee da superare e quando riesci miracolosamente a passare devi vedertela contro un muro invalicabile in porta. Io non sono assolutamente d'accordo con quelli che definiscono l'Atletico l'anticalcio, perchè se batti una squadra che nessuno sa battere sei una grande di questo sport.
Bisogna distinguere il "giocare bello" e il "giocare bene". D'altronde chi gioca male non va ad Anfield a segnare 3 gol in 120 minuti.
Quest'ultimo discorso calza a pennello con la stagione di Serie A 2017/2018, quando ci fu il duello fra la cinica corazzata della Juve di Allegri e il meraviglioso Napoli di Sarri. Sappiamo tutti chi vinse lo scudetto quell'anno.
Il calcio, ieri sera ad Anfield ci ha voluto fare un ultimo saluto, perchè adesso per un po' di tempo bisognerà metterlo da parte per concentrarsi su altro. Dopo la positività al virus dei primi giocatori, è l'ora che la Uefa si pieghi alla logica.
Perchè giocare oggi a calcio non ha alcun senso, dobbiamo accettarlo e combattere per riprendercelo il più presto possibile.
Risultato immagini per saluto simeone klopp

mercoledì 11 marzo 2020

L'Atalanta è il nuovo che avanza

Nonostante il momento delicato, che percepiamo intorno a noi, proviamo a parlare di calcio. La situazione comincia a farsi pesante in tutta Europa, in Inghilterra è stata rinviata la partita tra Arsenal e Manchester City, in Liga l'associazione dei calciatori ha ufficialmente chiesto di sospendere il campionato. I calciatori, come è giusto che sia non si sentono immuni e insieme alle loro famiglie rischierebbero troppo, e onestamente non c'è proprio motivo in questo momento in cui tutta l'Europa è sotto attacco di pensare al pallone.
I risultati di ieri sera ci hanno dato i primi due nomi delle squadre che parteciperanno ai quarti di finale della Champions League. Sono due nomi su cui ai nastri di partenza nessuno avrebbe scommesso un soldo, sono due squadre che con la grande programmazione societaria sono riuscite a costruire questo capolavoro. Lipsia e Atalanta sono il nuovo che avanza nel calcio europeo.
L'Atalanta nonostante le situazioni problematiche di Bergamo si è presentata al Mestalla con grande concentrazione e voglia. Ha giocato al solito suo, con spensieratezza, senza smettere mai di giocare il suo calcio e con grandissima calma. Questo modo di giocare la porta a vincere, a vincere tanto e a farsi apprezzare in tutta Europa. L'Atalanta nel vuoto Mestalla si è presentata facendo la sua solita partita,ha voluto mettere le cose in chiaro a un minuto e mezzo dall'inizio della partita e poi ha continuato con le giocate e le progressioni magiche del suo totem Josip Ilicic ad incantare in una serata tutt'altro che spensierata. Io da quando Zamparini lo ha portato a Palermo ho sempre stravisto per lui, il suo unico problema in tutto l'arco della carriera è stata l'incostanza che non gli ha permesso di fare una carriera di un certo tipo. Ilicic quest'anno, a 32 anni suonati sta giocando la stagione più importante della sua carriera, ha segnato 15 gol in serie A e 5 in Champions. 4 dei 5 in Europa sono arrivati ieri nella magica serata di Valencia, in cui Ilicic si è preso sulle spalle l'intera Bergamo che sta affrontando una situazione difficilissima. I meriti vanno a lui, ma grande riconoscenza lui deve avere della squadra, che l'ha messo nelle condizioni di siglare queste 4 reti. Il Valencia di certo ha agevolato il compito dell'Atalanta con le assenze, ha dovuto affrontare il match con la Dea con in difesa Diakhaby e Coquelin.
L'Atalanta si è dimostrata più forte e più squadra, ha cominciato questo progresso di crescita qualche anno fa e continua a progredire con i risultati che brillano sotto gli occhi di tutti. L'Atalanta è capace all'interno di una partita di cambiare assetto e di riuscire in qualunque caso a segnare, a fare gioco e divertirsi. All'orizzonte anche se un po' oscurato dalla nebbia Coronavirus c'è un quarto di finale storico, da vivere in tutti i 180 minuti. Il problema non se lo deve porre l'Atalanta bensì la squadra che si scontrerà con la Dea.
Risultato immagini per atalanta